ABOLIAMO IL SESSO AI GIOCATTOLI
IL CONDIZIONAMENTO ARRIVA ANCHE DAI GENITORI
In un'intervista dei 2008, il professore di psicologia Jeffrey Goldstein, allora presidente del "National toy council" di Londra, affermava che le responsabilità delle scelte dei bambini non dipenderebbero solo dai produttori di giocattoli, ma anche dai genitori. Secondo il professore, la madre e il padre avrebbero la naturale e spesso inconscia attitudine a seguire un sentiero già tracciato, suggerendo tacitamente un ruolo e un comportamento "adeguato" fin dai primi anni di vita del piccolo. Tra l'altro, per gli studiosi della materia, nel mondo infantile di oggi le differenze di genere sarebbero molto più pronunciate che negli anni passati. Così, mentre nel lavoro e nella società in generale maschi e femmine sono più allineati e "mescolati" rispetto ai decenni scorsi, nella prima infanzia i giochi sono, invece, sempre più separati, al punto che i negozi tendono a tracciare una netta linea di confine tra i reparti dedicati alle bambine e quelli di competèriza dei maschietti.
Creare spazi comuni per offrire più scelta
A parere degli studiosi, i giocattoli possono contribuire ad accantonare la contrapposizione netta tra maschile e femminile, che impoverisce le competenze di entrambi. Invece, creare spazi comuni in cui ciascuno possa fare una scelta libera e sperimentare ruoli diversi non può che arricchire il bagaglio personale di conoscenze e di esperienze essenziali alla crescita. Meglio, dunque, non confinare le bambine solo in giochi di cura e di immaginazione, relegandole al ruolo di principesse passive, circondate di bambole o di aspirapolvere in miniatura; e, viceversa, non indirizzare il maschio unicamente verso giochi "sociali" di squadra o legati alla sola forza e alle abilità fisiche.
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